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- Porte da chiudere quando necessario.
Limite . Una parola semplice, quasi banale, eppure così difficile da applicare nella vita di tutti i giorni. Il limite può assumere due significati: un ostacolo che ci frena o un confine che dobbiamo tracciare per proteggere la nostra libertà e serenità. Per molto tempo, ho visto il limite solo come qualcosa di negativo, una barriera che restringeva il mio spazio d’azione. Poi, però, mi sono ritrovata in un vortice di emozioni caotiche, causato dal mio non porre alcun confine a persone che, senza troppi complimenti, mi hanno semplicemente scavalcata. E così ho imparato, nel modo più duro, che i limiti non sono solo muri da abbattere, ma porte da chiudere quando necessario. Lo ammetto: non ho gestito la cosa nel modo più equilibrato. Ho scelto la via drastica, eliminando alcune persone dalla mia vita. Un metodo discutibile? Forse. Ma, nel momento in cui mi trovavo, è stata la scelta migliore. A volte, più che spiegare, serve prendere le distanze e mettere al primo posto il proprio benessere. Ora potresti chiederti: “ Quindi? Cosa stai cercando di dirmi ?”. In realtà, la vera questione che mi tormenta è un’altra: perché le persone non pongono attenzione ai limiti degli altri? E forse avrei dovuto intitolare così questo articolo… Ma ehi, questo è il mio blog, quindi si fa come dico io, giusto? E la risposta è sempre: "Sì!" Tornando (quasi) seria, la cosa che mi lascia più perplessa è questa totale mancanza di considerazione verso i confini degli altri. Io so di avere mille difetti – e forse anche qualcun altro in omaggio – ma se c’è una cosa su cui non si discute, è che rispetto profondamente i limiti altrui. Anzi, non mi avvicino nemmeno per sbaglio. Tutta questa tiritera per dire cosa? Bella domanda. La verità è che ogni volta che scrivo lo faccio di getto, senza filtri e senza un piano preciso. Come ti avevo già anticipato, questo blog sarà un concentrato dei miei flussi di coscienza, quindi preparati: qui dentro le conclusioni non sono garantite. A volte troverai grandi riflessioni, altre solo pensieri in fase di lavorazione. E oggi è decisamente uno di quei giorni. Un bacio Kida
- Banalmente mediocre
Per alcuni anni sono stata all’intero di una comunità, che dovrei definire religiosa ma che di religioso non ha niente. La definizione che do di quello che c’è, di quello che si dice in quella comunità ma soprattutto delle persone è: “banalmente mediocre, falsamente bello, falsamente importante, falsamente accogliente” . Come dice la mia amica Cami, quando ti allontani dalla comunità e piano e piano vedi le incoerenze ad ogni incoerenza rivelata è come se si rompesse un vetro e alla fine della fiera ti vedi circondato da vetri rotti che fanno capire quanto tutto ciò fosse solo una bolla e che c’è un mondo fuori con persone che prima non vedevi ugualmente perché pensavi che quelle all’interno della comunità fossero le migliori, le più intelligenti. E così ti nasce la delusione, la rabbia verso quella apparenza che per anni ti è sembrata fantastica, piena di consigli, di frasi giusti ma non era altro che falsamente bella, falsamente mediocre, falsamente accogliente. Per ora è tutto, su questo argomento ritornerò presto. A presto, Kida
- E che ne so!
Eccoci qua, inauguriamo con il primo post Blog by Kida. Chiunque oppure nessuno, speriamo per la prima opzione, leggerà questo primo post magari si chiederà il motivo per cui ho deciso di aprirlo. Vorrei scrivere un lungo testo in cui spiego punto per punto il motivo ma lo eviterò. Ho sempre desiderato aprire un blog, ma ho anche avuto dei ripensamenti ed il motivo primario è che sono molto privata e non volevo di conseguenza che una persona conosciuta incappasse in uno dei miei post e magari si riconoscesse nei fatti descritti. E a questo punto ti potresti chiedere: “Perché non l’ha aperto con un anonimo?” e io ti risponderei: ”E che ne so!”. Bando alle ciance, ho finalmente deciso di aprirlo e non ti assicuro che leggerai qualcosa di interessante e scritto anche in modo perfetto perché questo blog sarà il mio flusso coscienza, prometto che non sarà come Ulysses di James Joyce, ogni tanto mi ricorderò di mettere la punteggiatura! A presto Kida